lunedì 27 gennaio 2014

Se questo è un uomo





Con questa poesia, Primo Levi apriva il suo primo romanzo Se questo è un uomo, testimonianza struggente di un' orribile tragedia che investì l'Europa durante la Seconda Guerra Mondiale. Per non dimenticare e per evitare che si commettano ancora gli stessi errori:



Se questo è un uomo
di Primo Levi 
 Edizioni Einaudi


Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

lunedì 13 gennaio 2014

VEDERE LA BELLEZZA. L'elisir di eterna giovinezza




"La giovinezza è felice perché ha la capacità di vedere la bellezza. Chiunque sia in grado di mantenere la capacità di vedere la bellezza non diventerà mai vecchio..."


(Franz Kafka, in Gustav Janouch, "Colloqui con Kafka", 1951)

venerdì 10 gennaio 2014

ALLA RICERCA DELLA POESIA





Un tempo si credeva che lo zucchero si estraesse solo dalla canna da zucchero, ora se ne estrae quasi da ogni cosa; lo stesso per la poesia, estraiamola da dove vogliamo, perché è dappertutto.

Gustave FlaubertLettere, 1830/80 

lunedì 6 gennaio 2014

LA NATURALEZZA DELLA POESIA E IL POETA DILETTANTE

Se la poesia non nasce con la stessa naturalezza delle foglie sugli alberi, è meglio che non nasca neppure.
John KeatsLettera a John Taylor, 1818





Quella della naturalezza e dell'artificiosità nell'ambito della poesia è una quaestio molto presente nell'ambiente critico-letterario. Se da un lato si sostiene che il poeta debba essere preso/posseduto dal fuoco della poesia (altrimenti non è poeta), dall'altro non si può fare a meno di giudicare indispensabile il cosiddetto labor limae, il lavoro di lima, la rifinitura che molti critici amano a tal punto da affermare che fare poesia significa tagliare.  

Quello del poeta è un duro mestiere che lo porta continuamente a chiedersi se la sua poesia sia degna di essere letta oppure no. 

Certamente sono vere entrambe le posizioni che devono però confluire in un'unica direzione: che è quella di mantenere intatta la naturalezza del momento di creazione poetica. La rifinitura, qualora necessaria, non dovrebbe rendere la poesia artefatta e solidificare la fluidità della trasmissione poetica; ma dovrebbe limare, a volte tagliare, quei detriti che il fiume porta con sè alla foce. Il buon rifinitore elimina i detriti e lascia inalterata l'acqua nata dal fuoco della poesia.
Tutto questo non è assolutamente facile e non è neppure una tecnica da apprendere e affinare. Ogni volta è una nuova sfida, anche per  i poeti più maturi. Per cui il poeta è e resta sempre un dilettante.