giovedì 12 dicembre 2013

IL VINCITORE





                     Un vincitore è un sognatore che non si è arreso



E' una frase molto popolare di Nelson Mandela ma è anche molto significativa e particolarmente incoraggiante. Ci spinge a non fermarci mai, a rialzarci, a combattere. Sempre.


Altre citazioni importanti e che dimostrano la forza di quest'uomo, che la nostra memoria non potrà mai dimenticare, sono: 


- "Ho sviluppato una forza interiore che mi ha fatto dimenticare la povertà in cui versavo, la sofferenza, la solitudine e la frustrazione"

-"Cominciare una rivoluzione è facile, è il portarla avanti che è molto difficile"

- "Devo confessare che, per quanto mi riguarda, la minaccia della morte non ha mai suscitato in me il desiderio di fare il martire [...] La voglia di vivere non è mai scomparsa"

lunedì 9 dicembre 2013

E. MONTALE. I limoni



I LIMONI di Eugenio Montale
(da Ossi di Seppia)

Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.

Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall'azzurro:
più chiaro si ascolta il susurro
dei rami amici nell'aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest'odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l'odore dei limoni.

Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s'abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d'intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno più languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità.

Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo
nelle città rurnorose dove l'azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta
il tedio dell'inverno sulle case,
la luce si fa avara - amara l'anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo dei cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d'oro della solarità.

domenica 1 dicembre 2013

L'ESSENZIALE E' INVISIBILE AGLI OCCHI

da "Il piccolo principe" di Antoine de Saint-Exupéry



Così il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "…Piangerò".
" La colpa è tua", disse il piccolo principe, "Io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…"
" E' vero", disse la volpe.
" Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
" E' certo", disse la volpe.
" Ma allora che ci guadagni?"
" Ci guadagno", disse la volpe, " il colore del grano". Soggiunse: " Va a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo"."Quando ritornerai a dirmi addio ti regalerò un segreto".
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente" , disse.
"Nessuno vi ha addomesticato e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico e ne ho fatto per me unica al mondo".
E le rose erano a disagio.
"Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. " Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi, perché è lei
che ho innaffiata. Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro, Perché è lei che ho riparato col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo due o tre per le farfalle). Perché è lei che ho ascoltato
lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa" E ritornò dalla volpe.
"Addio", disse.
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi".
"L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante".
"E' il tempo che ho perduto per la mia rosa…" sussurrò il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
"Io sono responsabile della mia rosa…." Ripeté il piccolo principe per ricordarselo.

mercoledì 27 novembre 2013

PABLO NERUDA E' FELICE




ODE AL GIORNO FELICE
di Pablo Neruda

Questa volta lasciate che sia felice,
non è successo nulla a nessuno,
non sono da nessuna parte,
succede solo che sono felice
fino all’ultimo profondo angolino del cuore.

Camminando, dormendo o scrivendo,
che posso farci, sono felice.
Sono più sterminato dell’erba nelle praterie,
sento la pelle come un albero raggrinzito,
e l’acqua sotto, gli uccelli in cima,
il mare come un anello intorno alla mia vita,
fatta di pane e pietra la terra
l’aria canta come una chitarra.

Tu al mio fianco sulla sabbia, sei sabbia,
tu canti e sei canto.
Il mondo è oggi la mia anima
canto e sabbia, il mondo oggi è la tua bocca,
lasciatemi sulla tua bocca e sulla sabbia
essere felice,
essere felice perché sì,
perché respiro e perché respiri,
essere felice perché tocco il tuo ginocchio
ed è come se toccassi la pelle azzurra del cielo
e la sua freschezza.
Oggi lasciate che sia felice, io e basta,
con o senza tutti, essere felice con l’erba
e la sabbia essere felice con l’aria e la terra,
essere felice con te, con la tua bocca,
essere felice.

venerdì 22 novembre 2013

DIVENTARE POETI A 92 ANNI. Shibata Toyo




Shibata Toyo (26 giugno 1911 - 20 gennaio 2013)


Depressa poiché, a causa del mal di schiena, non poteva più dedicarsi alla danza tradizionale, il suo passatempo preferito, a novantaduenne anni Shibata Toyo, giapponese, comincia a comporre poesie, spronata dal figlio ultrasessantenne. Di notte quando la badante tornava a casa e lei restava sola davanti alla televisione, si dedicava alla scrittura di racconti e pensieri, alla poesia che l'ha aiutata a capire che nella vita non ci sono soltanto dolore e sofferenza


Ho annotato anche il dolore, ed ho imparato che una volta impresso su carta, ha una nuova dimensione. Ho parlato di fede, amore e speranza. Se credo in Dio ? Non lo so di certo dove sia Dio, ma ho il sentimento, che il suo vento e il suo sole splendente mi guidino. Mi mostrino i passi per il cammino.

La sua prima raccolta di poesie fu pubblicata nel 2009 con il titolo Kujikenaide, edito in Italia da Mondadori con il titolo Se sei triste guarda il cielo, ed ebbe un successo straordinario. 

E' morta all'età di 101 anni ma i suoi scritti hanno permesso - e permettono - a tantissima gente di ricominciare a vivere, a credere, ad avere speranza.





Il vento e il raggio di sole
Quando mi siedo
sulla veranda
e chiudo gli occhi
il vento e i raggi sole
mi sussurano
“Come stai?
Perchè non fai quattro passi
in giardino?”

“Avanti!”
rispondo io
tra me e me .
e oplà
mi alzo.


Io
Da quando ho superato i novant’anni
e ho iniziato a scriverepoesie,
ogni giorno
è degno di esere vissuto.
Per quanto sia ridotta
a pewlle e ossa,
sono ancora in grado
di leggere nel cuore delle persone,
di percepire con chiarezza
il mormorio del vento
e di conversare con scioltezza.
“E’ davvero in forma!”
mi dicono tutti
per farmi un complimento,
e questo mi rende felice
e mi permette
di andare avanti.

lunedì 18 novembre 2013

LE POESIE NON SI SPIEGANO

In "Venuto Al Mondo" di Margaret Mazzantini






La spiegazione o, meglio, la comprensione di una poesia ha sempre del soggettivo e non è mai esaustiva. 

Tuttavia lasciarsi solo colpire da una poesia o, come suggerisce Margaret Mazzantini nel suo romanzo "Venuto al mondo", avvertire che una poesia ha raggiunto il posto giusto è godersi la poesia a metà. Perché molto di quello che ci mette l'autore non riusciamo a comprenderlo per una serie di ragioni e, magari, a volte ci mettiamo quello che l'autore non ci ha messo. Tutto questo rientra nella bellezza della lettura: l'emozione che provoca in noi, l'interpretazione che formuliamo.

Ma perché non approfondire di ogni singolo verso la sua natura, i suoi significati, le magie di cui l'ha caricato l'autore?




A Sebina piacevano le poesie del fratello, però faceva troppe domande. 

Lui le diceva: « Le poesie non si spiegano, se raggiungono il posto giusto, 
ti grattano dentro ».
(da "Venuto al mondo", Margaret Mazzantini)




sabato 16 novembre 2013

IL PERDONO

 per Oscar Wilde

Bisogna sempre perdonare i propri nemici. 
Niente li infastidisce di più. 

Oscar Wilde

sabato 2 novembre 2013

SOGNA, RAGAZZO SOGNA

di Roberto Vecchioni

VIDEO

E ti diranno parole rosse come il sangue,
nere come la notte;
ma non è vero, ragazzo,
che la ragione sta sempre col più forte
io conosco poeti
che spostano i fiumi con il pensiero,
e naviganti infiniti
che sanno parlare con il cielo.
Chiudi gli occhi, ragazzo,
e credi solo a quel che vedi dentro
stringi i pugni, ragazzo,
non lasciargliela vinta neanche un momento
copri l'amore, ragazzo,
ma non nasconderlo sotto il mantello
a volte passa qualcuno,
a volte c'è qualcuno che deve vederlo.

Sogna, ragazzo sogna
quando sale il vento
nelle vie del cuore,
quando un uomo vive
per le sue parole
o non vive più;
sogna, ragazzo sogna,
non lasciarlo solo contro questo mondo
non lasciarlo andare sogna fino in fondo,
fallo pure te..
Sogna, ragazzo sogna
quando cade il vento ma non è finita
quando muore un uomo per la stessa vita
che sognavi tu
Sogna, ragazzo sogna
non cambiare un verso della tua canzone,
non lasciare un treno fermo alla stazione,
non fermarti tu...

Lasciali dire che al mondo
quelli come te perderanno sempre
perchè hai già vinto, lo giuro,
e non ti possono fare più niente
passa ogni tanto la mano
su un viso di donna, passaci le dita
nessun regno è più grande
di questa piccola cosa che è la vita

E la vita è così forte
che attraversa i muri per farsi vedere
la vita è così vera
che sembra impossibile doverla lasciare
la vita è così grande
che quando sarai sul punto di morire,
pianterai un ulivo,
convinto ancora di vederlo fiorire

Sogna, ragazzo sogna,
quando lei si volta,
quando lei non torna,
quando il solo passo
che fermava il cuore
non lo senti più
sogna, ragazzo, sogna,
passeranno i giorni,
passerrà l'amore,
passeran le notti,
finirà il dolore,
sarai sempre tu...

Sogna, ragazzo sogna,
piccolo ragazzo
nella mia memoria,
tante volte tanti
dentro questa storia:
non vi conto più;
sogna, ragazzo, sogna,
ti ho lasciato un foglio
sulla scrivania,
manca solo un verso
a quella poesia,
puoi finirla tu.

sabato 12 ottobre 2013

Henry David Thoreau

"Andai nei boschi perchè volevo vivere con saggezza e in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire in punto di morte che non ero vissuto."
da Walden ovvero Vita nei boschi


sabato 8 giugno 2013

MI ODIANO PERCHÉ AMO LA VITA

Storia di un aborto abortito


                      Gianna Jessen, storia di un aborto abortito (video)

Questa donna Gianna Jessen girà il mondo per testimoniare la sua vita. Nata per miracolo a causa di un aborto non riuscito, subisce, per via della soluzione salina con cui era stato effettuato il tentativo di aborto, una paralisi cerebrale e muscolare.
Dopo anni di terapie e cure, guarisce dalla paralisi mantenendo solo alcune piccole difficoltà a livello motorio nella deambulazione.

Gianna, che ha vinto la morte e ha vinto la vita, ama la vita e la difende con tutte le sue forze combattendo in particolare contro l’aborto. Si definisce cristiana ma è in realtà una soldatessa di Cristo perché dichiara di fare tutto ciò che fa per dare gloria a Lui. E sostiene di essere odiata perché difende la vita il cui valore oggi è ridotto ai soli connotati materialistici: la nostra vita ruota attorno all’esigenza del denaro. Spesso si sente dire che il denaro non fa la felicità ma aiuta a vivere.

Il denaro aiuta a vivere... ma anche a morire. La madre di Gianna Jessen pagò per abortire, e la clinica a cui si rivolse è inserita in un circuito di cliniche che praticano l’aborto che incassano milioni di dollari l’anno.


Come Gianna, lottiamo per la vita, per la sua straordinarietà, riuscendo a scorgere la sua bellezza anche nella sofferenza, nel dolore, nella difficoltà. Guardiamo a ciò che abbiamo e amiamolo: ogni cosa che possediamo e ogni persona che ci circonda sono un dono incommensurabile per noi. Amiamo la vita, difendiamola dal giorno del concepimento a quello della fine, perché nel concepimento c’è l’inizio e nella fine anche.