Storia
di un aborto abortito
Questa
donna Gianna Jessen girà il mondo per testimoniare la sua vita. Nata per
miracolo a causa di un aborto non riuscito, subisce, per via della soluzione
salina con cui era stato effettuato il tentativo di aborto, una paralisi
cerebrale e muscolare.
Dopo
anni di terapie e cure, guarisce dalla paralisi mantenendo solo alcune piccole difficoltà
a livello motorio nella deambulazione.
Gianna,
che ha vinto la morte e ha vinto la vita, ama la vita e la difende con tutte le
sue forze combattendo in particolare contro l’aborto. Si definisce cristiana ma
è in realtà una soldatessa di Cristo perché dichiara di fare tutto ciò che fa
per dare gloria a Lui. E sostiene di essere odiata perché difende la vita il
cui valore oggi è ridotto ai soli connotati materialistici: la nostra vita
ruota attorno all’esigenza del denaro. Spesso si sente dire che il denaro non
fa la felicità ma aiuta a vivere.
Il
denaro aiuta a vivere... ma anche a morire. La madre di Gianna Jessen pagò per
abortire, e la clinica a cui si rivolse è inserita in un circuito di cliniche che
praticano l’aborto che incassano milioni di dollari l’anno.
Come
Gianna, lottiamo per la vita, per la sua straordinarietà, riuscendo a scorgere
la sua bellezza anche nella sofferenza, nel dolore, nella difficoltà. Guardiamo
a ciò che abbiamo e amiamolo: ogni cosa che possediamo e ogni persona che ci
circonda sono un dono incommensurabile per noi. Amiamo la vita, difendiamola
dal giorno del concepimento a quello della fine, perché nel concepimento c’è l’inizio
e nella fine anche.